Fra Gabriele di Lottieri da Firenze e le vetrate della cappella di San Nicola (1463)

Riprendo lo studio del padre Eugenio M. Casalini La Vergine in una iscrizione araba del ‘400 (1981, e in Una icona di famiglia, 1998) per aggiungere al testo qualche documento da me trovato in occasionali spogli di archivio nei registri della SS. Annunziata di Firenze.
Lo studio ricorda uno stemma della famiglia Medici su vetro istoriato di colori giallo-oro e rosso con iscrizione in arabo per cornice, facente parte di una finestra del vestibolo della cappella della Madonna.
Il simbolo araldico appartiene in parte a Cosimo il Vecchio (tre penne gialle di pavone e due penne bianche) e in parte a Piero di Cosimo e a Lorenzo il Magnifico (tre anelli gialli a punta di diamante e intrecciati). Dalla mancanza di una palla azzurra con tre gigli, tra le sette rosse, padre Casalini deduce, che la finestra istoriata fosse stata eseguita prima del 1465, anno in cui Piero ricevette da re Luigi XI l’onore di fregiare lo stemma di famiglia con il giglio francese.
Padre Eugenio si sofferma poi a esaminare la scrittura araba del bordo cornice che, nonostante alcuni vuoti, è leggibile e traducibile in due frasi: Colui che rimpie l’universo (= il sapiente), il nato da Maria ... e Tutto il cosmo esalta nella gloria Maria.
Chi fosse l’autore-ispiratore della scritta araba è ignoto (forse un fra Battista spagnolo convertito dal giudaismo tra 1461 e 1462, scrive il suddetto padre), come altrettanto oscuro è il nome del maestro vetraio che eseguì l’opera.
Un forte indizio su quest’ultimo (purtroppo quello che ho letto non è documento diretto) viene fornito da tre note delle Uscite di un registro dello scrupoloso camarlingo fra Filippo di Paolo che segnò su carta gli esborsi fatti nel rifacimento del convento e chiesa.
Si trovano in gran numero quelli relativi alla costruzione del dormitorio ad opera del muratore Nencio di Lapo e compagni e anche tre ricordi sulle vetrate della cappella di San Nicola della famiglia del Palagio:

[marzo 1463] “A frate Gabriello di Lottieri da Firenze fiorini tre larghi sono per parte d'una finestra di vetro à facto alla capella di san Nicholò a nostre spese portò e decto al q. di chi portò c. 51 a libro s. (***) l. VI s. X”.

[aprile 1463] “A frate Gabriello da Firenze fiorini due larghi [...]” per la stessa ragione.

[giugno 1463] A frate Gabriello da Firenze lire otto soldi 13 sono per resto di lire 5 soldi dieci doveva avere di braccia X ½ di finestre di vetro a ochi con due arme dentro di quelli dal Palagio a lire 5 el braccio fece alla capella di sancto Nicholò portò lui decto al q. di chi portò c. 55 a libro grande s. (***) l. VIII s. XIII”.

Oggi non è possibile, a causa dei molti e radicali rifacimenti della basilica, sapere con precisione come fosse la struttura quattrocentesca dell’antica cappella di San Nicola e quindi avere informazioni aggiuntive sulle finestre e sulle vetrate fatte da frate Gabriello di Lottieri del quale si conosce (per ora) nemmeno l’ordine religioso.
È possibile invece dedurre che dette finestre dovevano essere delle bifore ognuna con il proprio occhio, secondo lo stile di quella della cappella della Madonna, la cui data di esecuzione venne proposta dal padre Casalini proprio in quegli anni di grandi lavori. Una informazione utile comunque è data dal disegno di Santa Maria dei Servi del Codice Rustici, della prima metà del quattrocento. La cappella di San Nicola (e le altre seguenti), appare appoggiata alla navata di destra e ha la forma di una ‘casetta’.
Era anche la prima più vicina all’entrata di chiesa, con almeno due pareti esterne e per questo dovette necessitare di altrettante finestre che nel 1463, quando vi fu possibilità economica da parte dei frati, vennero adornate con lo stemma di famiglia dei patroni ...

Paola Ircani Menichini, 8 marzo 2024.
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